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Energia reattiva, utilità e costi

energia reattiva

Leggere la bolletta della luce spesso non è cosa semplice visto che alcune diciture possono essere poco comprensibili. In alcuni casi, i consumatori possono trovare all’interno della loro bolletta una voce relativa all’energia reattiva. Trattasi di una dicitura particolare che deve essere compresa bene per evitare che sulla bolletta siano addebitati costi extra imprevisti.
Un problema che tocca principalmente una certa categoria di consumatori ma che non deve essere preso sotto gamba.

Energia reattiva, cos’è?

Trattasi di un’energia di scambio che non viene consumata ma solamente assorbita per un brevissimo lasso di tempo da alcuni elettrodomestici e dispositivi presenti nelle abitazioni e che poi viene reimmessa in rete.

Solitamente, l’energia reattiva riguarda elettrodomestici e dispositivi che sfruttano campi magnetici per funzionare. Si pensi, per esempio, ai motori elettrici o gli apparecchi elettronici in genere. L’uso di questa energia non può essere eliminato visto che è fondamentale per il funzionamento di questi dispositivi. Tuttavia, l’utilizzo dell’energia reattiva può essere limitato visto che la spesa per il trasporto dell’energia reattiva è maggiore rispetto a questa standard. Ecco perché è importante limitare l’utilizzo di tale energia. Il rischio è quello di gonfiare la bolletta elettrica.

Un problema che tocca soprattutto chi ha utenze con un’alta energia impegnata di almeno 16,5 kW (trifase). In questo caso, infatti, l’energia reattiva viene misurata dal contatore ed è prevista una penale salata se si sfora oltre un certo limite. Un problema, dunque, che riguarda prevalentemente le aziende o tutti coloro che hanno un’attività che richiede alti consumi di energia. Dal 2016, tuttavia, questa penale è stata abbassata anche se contestualmente è stata anche abbassata la soglia oltre la quale si va a pagare questo extra.

Energia reattiva: come limitarne l’uso

L’energia reattiva è importante per il funzionamento di alcuni dispositivi. Tuttavia, sebbene, come visto, questa energia poi venga reimmessa in rete e quindi non consumata, va pagata comunque visto che viene in ogni caso trasportata sulla rete nazionale.

Visti gli altri costi e la tassa se si eccede nel suo utilizzo è possibile adottare alcuni accorgimenti per limitarne l’uso. Questa tecnica si chiama rifasamento. Un impianto elettrico che utilizza molta energia reattiva produce un danno economico che si può limitare.

Trattasi di un’operazione delicata che deve essere effettuata solamente da elettricisti esperti e certificati. In breve, si dovranno collegare dei condensatori di rifasamento in parallelo ai carichi. Questi condensatori assolveranno al compito di generare potenza reattiva che così non sarà prelevata dalla rete elettrica.

Se l’impianto sarà rifasato in maniera corretta, i consumatori andranno a pagare solamente l’energia effettivamente consumata e non quella reattiva. Il rifasamento, inoltre, permette di migliorare l’efficienza dell’impianto elettrico diminuendo perdite e surriscaldamenti.